Una domanda da non fare mai a una vittima di abuso: “Perché non lo hai lasciato prima?”

Una domanda da non fare mai a una vittima di abuso: “Perché non lo hai lasciato prima?”

In questo post cercherò di indagare e di spiegare (da qualcuno che lo ha vissuto in prima persona) le motivazioni perché una persona abusata trova così difficile lasciare il partner che continua a maltrattarla. Parlerò delle dieci ragioni perché le persone rimangono in relazioni malsane o abusive.

Sì sono almeno dieci.

“Perché non lo hai lasciato prima?” – un argomento molto complesso

Purtroppo è di difficile comprensione anche per le vittime stesse di violenza psicologica in quanto molto spesso non pienamente consapevoli della gravità dell’abuso che stanno subendo oppure si trovano nella fase della negazione. Paradossalmente quest’ultima può essere innescata oppure accentuata da domande o insistenze provenienti da amici o familiari.

E quando finalmente la vittima trova il coraggio di lasciare il suo maltrattante l’ultima cosa che vorrebbe sentirsi dire è “Perché non lo hai lasciato prima”. Proprio perché ancora non ha una risposta da dare neanche a sé stessa. Deve ancora elaborare il trauma, raggiungere la piena consapevolezza dell’accaduto e trovare un modo per iniziare a guarire.

Malgrado sia un fenomeno in crescita, si parla davvero pochissimo di violenza psicologica (ma anche di quella fisica). Per questo motivo anche le persone che vorrebbero aiutarti non hanno l’atteggiamento, le conoscenze o gli strumenti giusti per farlo.

Ma non solo.

Le persone che ci stanno vicine, che ci assistono nella guarigione e nella “rinascita” ci vogliono tanto bene e vorrebbero che non avessimo vissuto l’abuso, la mancanza di rispetto, la paura, la sottomissione, il trauma. È anche per questo motivo che la domanda viene spontanea: “ma perché non lo hai lasciato prima?”.

Purtroppo non sono solo gli appartenenti al nostro gruppo di sostegno a farci questa domanda. Spesso sono gli abusatori stessi a domandartelo, come fu nel mio caso.

“Se sono stato così cattivo perché sei rimasta con me?”

L’abusatore

Non è altro che un modo per coprire le tracce dell’abuso e per puntare il dito sulla vittima. Lo ha usato anche in sede di giudizio, e lo hanno lasciato fare.

Ogni volta che sentivo questa domanda mi sentivo gelare dentro. Mi sentivo una stupida. E mi odiavo ancora di più per aver sopportato, per aver sacrificato tanto. Ecco queste sono emozioni che non aiutano a guarire.

Ho notato che moltissime persone trovano questo argomento piuttosto interessante e si lanciano volentieri in supposizioni non appena vengono a conoscenza di notizie di qualsiasi tipo di violenza.

Purtroppo quasi sempre la colpa viene attribuita alla vittima per non essere stata abbastanza scaltra, o abbastanza ingenua; abbastanza coraggiosa, o abbastanza timorosa; abbastanza consenziente, o abbastanza ostile; abbastanza pudica e giusto un po’ meno sfacciata, e un po’ meno interessata. Insomma, tutti bravi a costruire teorie in nome del vecchio caro gossipare.

E proprio qui che si deve fare educazione in modo da aumentare la consapevolezza delle persone su questo fenomeno dilagante.

Informare ed educare l’opinione pubblica è indispensabile perché così facendo le vittime di abuso potranno sentirsi un po’ meno giudicate e un po’ più incoraggiate a difendersi e a dire basta.

Perché così facendo con il tempo ci saranno meno vittime.

Veniamo dunque al sodo e cerchiamo di capire perché troviamo così difficile lasciare o allontanarci dal partner che ci abusa.

 10 ragioni perché le persone rimangono in relazioni malsane o abusive?


2 – La tendenza di dare il beneficio del dubbio

3 – Dipendenza affettiva

4 – Paura

5 – Dipendenza finanziaria

6 – Isolamento

7 – Speranza di cambiamento

8 – Bassa autostima

9 – Mancanza di servizi di supporto

10 – Educazione e consapevolezza insufficienti

è difficile uscire da relazioni di abuso

La permanenza in relazioni malsane o abusive è un problema complesso che non può essere attribuito a un singolo fattore.

Si tratta di una combinazione di fattori emotivi, psicologici, sociali ed economici che possono rendere difficile l’uscita da queste situazioni. Ma vediamo di entrare nel dettaglio.

Le prime due motivazioni sono tratte dal libro di George K. Simon “In Sheep’s Clothing: Understanding and Dealing with Manipulative People”, e hanno risuonato con me personalmente. Trovo che si riferiscano perlopiù al periodo iniziale della relazione con l’abusante, quando il love bombing inizia a diminuire. Si avverte qualcosa di strano nell’aria, ma non riesci a comprendere bene di cosa si tratta e non ti fidi del tuo istinto. Ecco perché.

1 – Tattiche di manipolazione sottili

L’abusante spesso usa tattiche manipolative sottili. L’abuso quindi non è evidente.

Il tuo istinto potrebbe cercare di avvertirti che c’è qualcosa che non va, che il tuo partner sta cercando di dominarti e di controllarti, e ti ritrovi inconsciamente sempre sulla difensiva senza comprendere il vero motivo.

Non riesci a validare i tuoi sentimenti proprio perché non puoi evidenziare le prove chiare dell’abuso.

2 – La tendenza di dare il beneficio del dubbio

Molte persone sono state cresciute sotto l’influenza di un modo di pensare che implica che tutti noi, chi più e chi meno, abbiamo qualche problema che ci può rendere a volte “difficili” da trattare.

Quindi, mentre il tuo istinto ti dice di scappare a gambe levate, la testa ribatte e dice che magari il tuo partner è solamente spaventato oppure ha qualche trauma irrisolto. E siccome la maggior parte di noi non vuole essere etichettata come insensibili e crudeli, preferiamo non fare giudizi negativi, ma piuttosto dare il beneficio del dubbio. Cerchiamo di evitare di pensare che il comportamento del partner e le sue intenzioni nei nostri confronti siano davvero malevoli.

3 – Dipendenza affettiva

Uno dei motivi principali per cui le persone rimangono in una relazione abusiva è la dipendenza emotiva. Gli abusanti spesso manipolano le loro vittime facendogli credere di essere inutili o non amabili, rendendo difficile per la vittima immaginare una vita senza l’abusante. Questa manipolazione emotiva erode l’autostima, rendendo difficile per la vittima trovare il coraggio di andarsene.

abuso psicologico - dipendenza affettiva

La dipendenza affettiva può avere diverse cause:

  • Ricerca di convalida e accettazione

Una delle ragioni principali della dipendenza emotiva nelle relazioni di abuso è l’incessante desiderio di convalida e accettazione. Gli abusanti spesso mettono in atto un ciclo di manipolazione e rinforzo intermittente, alternando momenti di gentilezza a momenti di crudeltà. Le vittime diventano emotivamente dipendenti dall’affetto e dall’approvazione occasionali, creando un disperato bisogno di convalida da parte del maltrattante, anche in mezzo all’abuso.

  • Paura dell’abbandono

Gli abusanti sfruttano spesso la paura dell’abbandono, minacciando le vittime con l’isolamento o di far loro del male se tentano di andarsene. Questa paura, profondamente radicata nella dipendenza emotiva, paralizza le vittime, rendendo difficile liberarsi. La prospettiva di rimanere soli, unita alle minacce dell’abusante, amplifica la dipendenza emotiva, intrappolando le persone nel ciclo dell’abuso.

  • Bassa autostima

La dipendenza emotiva spesso si intreccia con una bassa autostima. Le vittime, logorate dai continui abusi emotivi, iniziano a dubitare del proprio valore e a credere di meritare i maltrattamenti. La manipolazione del maltrattante erode la fiducia in sé stessi, rendendole emotivamente dipendenti da qualsiasi parvenza di affetto, anche a costo di sopportare l’abuso.

  • Trauma bonding

La dipendenza emotiva nelle relazioni di abuso è ulteriormente complicata dal fenomeno noto come trauma bonding. Le vittime formano un forte legame emotivo con i loro abusatori a causa delle intense esperienze condivise, compresi i momenti di gentilezza in mezzo all’abuso. Questo complesso legame emotivo, basato su paura, gentilezza e confusione, approfondisce la dipendenza emotiva, rendendo incredibilmente difficile liberarsi.

4 – Paura

La paura gioca un ruolo significativo nel mantenere le persone intrappolate in relazioni di abuso. Le vittime temono ritorsioni, danni fisici o addirittura la morte se tentano di andarsene. Il maltrattante può anche minacciare di fare del male ai propri cari, costringendo la vittima a rimanere nella relazione per paura della sicurezza propria e della propria famiglia.

La comprensione delle varie dimensioni della paura è essenziale per capire perché le persone rimangono in relazioni di abuso nonostante gli ovvi pericoli.

Forse la paura più immediata e tangibile nelle relazioni di abuso è la minaccia di danni fisici. Gli abusanti spesso usano la violenza per instillare la paura nelle loro vittime. Questa paura diventa paralizzante, rendendo incredibilmente difficile per le persone lasciare la relazione, poiché temono le conseguenze del tentativo di fuga.

  • Paura di ritorsioni

Le vittime spesso temono ritorsioni da parte dei loro abusatori, non solo contro se stesse ma anche contro i loro cari. La paura di fare del male ai membri della famiglia, soprattutto ai bambini, intensifica il senso di impotenza.

  • Paura della solitudine

Gli abusanti isolano strategicamente le loro vittime da amici, familiari e reti di supporto, alimentando una profonda paura della solitudine. Le vittime temono la prospettiva di rimanere completamente sole, senza sostegno emotivo o finanziario. Questa paura dell’isolamento sociale crea un senso di dipendenza dal maltrattante, rendendo difficile immaginare una vita al di fuori della relazione di abuso.

  • Paura dell’insicurezza finanziaria

La dipendenza economica dall’abusante spesso genera un’opprimente paura di instabilità economica. Le vittime, in particolare quelle che dipendono finanziariamente dai loro abusanti, si preoccupano della loro capacità di mantenere sé stesse e i loro figli se se ne vanno. Questo timore di indigenza diventa un ostacolo significativo, facendo apparire la prospettiva dell’indipendenza scoraggiante e irraggiungibile.

  • Paura dell’umiliazione pubblica e della vergogna

Le vittime temono il giudizio e lo stigma associati all’essere in una relazione di abuso, inducendole a interiorizzare la loro sofferenza. La paura della condanna sociale impedisce a molti individui di cercare aiuto o di rivelare le proprie esperienze, intrappolandoli nel silenzio.

  • Paura di perdere l’affidamento dei figli

   Per le vittime con figli, la paura di perdere la custodia spesso paralizza le loro azioni. Gli abusanti sfruttano questa paura, minacciando di usare il sistema legale contro le loro vittime. La prospettiva di essere separati dai figli o, peggio, di perdere la custodia a favore del partner abusante, intensifica la paura e scoraggia i tentativi di sottrarsi alla relazione.

  • Paura delle ricadute emotive

La manipolazione emotiva e il gaslighting da parte dei maltrattanti creano la paura delle ricadute emotive. Le vittime temono l’impatto psicologico dell’abbandono: ansia, depressione e le conseguenze emotive dell’abuso. Questa paura può essere così opprimente che le persone possono scegliere di sopportare l’abuso, credendo che sia il male minore, spesso senza rendersene conto che già soffrono di ansia e/o depressione, come conseguenza dell’abuso.

Superare queste paure richiede un immenso coraggio, un sostegno esterno e un profondo cambiamento interiore.

Mettere le vittime in condizione di riconoscere il proprio valore, fornire spazi sicuri per rivelare le proprie esperienze e offrire risorse per l’assistenza legale e finanziaria sono passi fondamentali per smantellare la morsa soffocante della paura.

5 – Dipendenza finanziaria

Molte vittime dipendono dai loro abusanti per il sostegno finanziario, rendendo difficile diventare indipendenti. La paura dell’instabilità finanziaria e della povertà può impedire alle persone di lasciare la relazione, soprattutto se hanno figli da mantenere.

Questa forma di dipendenza può essere confinante come le catene fisiche, costringendo le persone a sopportare gli abusi nonostante il loro desiderio di libertà e sicurezza.

dipendenza finanziaria - abuso psicologico

Ecco gli aspetti da sottolineare:

  • Mancanza di risorse economiche

   La limitatezza delle risorse economiche, spesso esacerbata dalle disuguaglianze sociali, fa sì che le vittime dipendano finanziariamente dai loro abusanti. Senza i mezzi per mantenere se stesse e le persone a carico in modo indipendente, le vittime percepiscono l’abbandono come una sfida insormontabile. La paura di rimanere senza casa, di soffrire la fame e la povertà le tiene intrappolate in un ciclo di abusi.

  • Difficoltà nel trovare lavoro

   Gli abusanti spesso sabotano le opportunità di lavoro delle loro vittime, rendendo difficile ottenere o mantenere un lavoro. Tattiche quali manipolazioni, molestie, minacce o controllo dei mezzi di trasporto impediscono alle vittime di lavorare fuori casa. L’assenza di un lavoro stabile aggrava ulteriormente la dipendenza economica, lasciando le vittime prive di autonomia finanziaria.

  • Controllo delle finanze

   Gli abusanti spesso esercitano un controllo totale delle finanze, limitando l’accesso delle vittime ai conti bancari, alle carte di credito e persino ai contanti. Questo controllo si estende al monitoraggio di ogni centesimo speso, creando un senso di impotenza e dipendenza. Le vittime sono lasciate senza i mezzi per fuggire o per raggiungere l’indipendenza, rendendole vulnerabili a continui abusi.

  • Paura delle ritorsioni

   Le vittime temono ritorsioni se tentano di ottenere l’indipendenza finanziaria. Gli abusanti sfruttano questa paura, minacciando di rovinare il loro credito, di sabotare le opportunità di lavoro o di esaurire i loro risparmi. Il timore di ripercussioni amplifica la dipendenza finanziaria, rendendo incredibilmente difficile per le vittime liberarsi dalla relazione di abuso.

  • Affidamento dei figli e stabilità finanziaria

   Per le vittime con figli, le preoccupazioni relative alla custodia dei bambini amplificano la dipendenza finanziaria. La paura di perdere la custodia a causa dell’instabilità economica o della mancanza di una casa stabile dissuade le vittime dall’andarsene. Gli abusanti sfruttano questa paura, usandola come mezzo per mantenere il controllo e impedire alle vittime di ricorrere alle vie legali.

  • Isolamento e mancanza di sostegno

Gli abusanti isolano le loro vittime, tagliando i legami con amici e familiari che potrebbero offrire sostegno. Questo isolamento crea una mancanza di reti di supporto emotivo e finanziario. Le vittime, prive di risorse esterne, rimangono intrappolate nella dipendenza finanziaria, incapaci di immaginare un futuro senza il controllo finanziario dell’abusante.

6 – Isolamento

Gli abusanti spesso isolano le loro vittime da amici e familiari, tagliando i loro sistemi di supporto. Quando una vittima è socialmente isolata, non ha il sostegno emotivo e pratico necessario per lasciare la relazione. Questo isolamento può creare un senso di impotenza e aumentare la dipendenza dall’abusante.

L’isolamento limita l’esposizione delle vittime a prospettive e opinioni diverse. Gli abusanti sfruttano questa visione ristretta del mondo, gettando ulteriormente luce sulle loro vittime, distorcendo la realtà e minando la loro fiducia in sé stesse. Senza alcuna convalida esterna delle loro esperienze, le vittime possono iniziare a dubitare delle loro percezioni, interiorizzando la versione degli eventi fornita dall’abusante.

         Paura del giudizio e dello stigma

Le vittime isolate temono il giudizio e lo stigma da parte del mondo esterno. Possono credere che le loro esperienze siano uniche o vergognose, rendendo la rivelazione dell’abuso una prospettiva scoraggiante. Questo timore approfondisce ulteriormente il loro isolamento, impedendo loro di cercare aiuto o di confidarsi con altri.

L’isolamento perpetua un modello ciclico di manipolazione e abuso.

Gli abusanti isolano le vittime per rafforzare il loro controllo, erodendo ulteriormente la loro autostima e fiducia. Quando le vittime diventano più isolate, la loro dipendenza dal maltrattante si intensifica, rafforzando il ciclo di abusi.

7 – Speranza di cambiamento

In alcuni casi, le vittime rimangono nelle relazioni di abuso perché si aggrappano alla speranza che il maltrattante cambi. Gli abusanti possono scusarsi, promettere di cercare aiuto o mostrare temporaneamente gentilezza, creando un ciclo di speranza e delusione. Questo ciclo può rendere difficile per la vittima liberarsi, poiché crede che il comportamento dell’abusante possa essere modificato.

abuso psicologico - speranza di cambiamento

Ecco quali aspetti rafforzano queste credenze.

  • Nostalgia per l’affetto del passato

   Le vittime di relazioni abusive spesso ricordano momenti di genuino affetto e gentilezza da parte del partner, soprattutto durante le fasi iniziali della relazione. Questi ricordi creano un senso di nostalgia che porta le vittime a sperare che il partner affettuoso di cui si sono innamorate riemerga, cancellando il dolore dell’abuso. Questa speranza diventa una forza potente, che offusca il giudizio e oscura la dura realtà del presente.

  • Promesse di cambiamento

   Gli abusanti, consapevoli della speranza di cambiamento delle loro vittime, possono manipolare le loro emozioni promettendo di cercare aiuto, di seguire una terapia o di cambiare il loro comportamento. Queste rassicurazioni, unite a temporanee manifestazioni di rimorso, riaccendono la speranza delle vittime. La promessa di un futuro migliore diventa un barlume di luce in mezzo alle tenebre, incoraggiando le vittime a sopportare l’abuso in attesa della trasformazione del maltrattante.

  • Amore e investimento emotivo

L’amore, unito all’investimento emotivo nella relazione, rafforza la speranza di cambiamento. Le vittime investono nella relazione non solo tempo ed energia, ma anche emozioni, sogni e aspirazioni. La paura di abbandonare questo investimento, unita alla speranza che le cose migliorino, crea un potente braccio di ferro emotivo che rende difficile liberarsi.

  • Credenza nelle seconde opportunità

   La società spesso enfatizza il concetto di seconda possibilità e il potere della redenzione. Le vittime, influenzate da queste convinzioni, sperano che i loro abusatori possano cambiare, soprattutto se gliene viene data l’opportunità e il sostegno. Questa narrazione sociale alimenta il loro ottimismo, rendendole disposte a sopportare la sofferenza presente per la possibilità di un futuro armonioso.

   Gli abusanti manipolano sapientemente la speranza di cambiamento delle vittime per mantenere il controllo. Possono alternare episodi di abuso a momenti di gentilezza, creando confusione e false speranze. Questa manipolazione approfondisce l’investimento emotivo delle vittime, rendendo più difficile per loro riconoscere la natura ciclica dell’abuso e rompere lo schema.

  • Mancanza di consapevolezza

   Le vittime possono non essere consapevoli dei modelli di abuso, credendo che la loro situazione sia unica o che il comportamento dei loro abusanti finirà per migliorare. Questa mancanza di comprensione delle dinamiche dell’abuso amplifica la loro speranza di cambiamento, impedendo loro di riconoscere la necessità di cercare aiuto e di uscire dalla relazione.

citazione di elisabeth harrower sulla violenza psicologica e la speranza di cambiamento

“Lei pensa che lui rappresenti la sicurezza. Pensa che lui possa cambiare ed essere gentile con lei. Lo compatisce e questo la rende schiava.”.

Elizabeth Harrower, La torre di guardia

8 – Bassa autostima

   Le persone con bassa autostima possono credere di meritare l’abuso o di non poter trovare una relazione migliore. Gli abusanti spesso sfruttano questa vulnerabilità, rafforzando l’immagine negativa che la vittima ha di sé e rendendole difficile l’allontanamento e la ricerca di una relazione più sana.

  • Percezione negativa di sé

   Gli individui con bassa autostima tendono a nutrire convinzioni negative su se stessi. Possono percepirsi come non amabili, non meritevoli di felicità o intrinsecamente difettosi. Queste percezioni negative di sé rendono difficile credere di meritare un trattamento migliore, intrappolandoli in relazioni che rafforzano la loro scarsa autostima.

  • Paura del rifiuto e dell’abbandono

   Le vittime con bassa autostima spesso temono intensamente il rifiuto e l’abbandono. La prospettiva di rimanere da sole, senza il partner violento, può evocare una paura paralizzante. Questa paura, radicata nella mancanza di autostima, fa sì che le vittime esitino ad andarsene, perché credono di non poter trovare un’altra relazione e di essere condannate alla solitudine.

  • Tolleranza per i maltrattamenti

   Una bassa autostima può portare gli individui a tollerare maltrattamenti e abusi perché ritengono di meritarli. Potrebbero credere che il comportamento abusivo sia un riflesso della loro inutilità. Questa percezione distorta di sé rende difficile riconoscere l’abuso e affermare il proprio diritto a essere trattati con rispetto e gentilezza.

  • Dipendenza dalla convalida esterna

   Gli individui con bassa autostima spesso fanno molto affidamento sulla convalida esterna per sentire un senso di autostima. Gli abusanti sfruttano questa dipendenza, alternando periodi di affetto a periodi di crudeltà. I momenti di gentilezza diventano un’ancora di salvezza per le vittime, rafforzando la loro convinzione che l’affetto dell’abusante convalidi la loro esistenza, anche se è fugace e sporadico.

  • Capacità decisionale limitata

   Una bassa autostima può ostacolare la capacità di un individuo di prendere decisioni assertive, soprattutto quando si tratta di relazioni personali. Le vittime possono non avere fiducia nel proprio giudizio, ripensare alle proprie scelte o credere di non essere degni di un trattamento migliore. Questo dubbio su se stessi ostacola la capacità di lasciare la relazione abusiva.

  • Ciclo di autosabotaggio

   Le persone con bassa autostima possono mettere in atto comportamenti autosabotanti, consciamente o inconsciamente. Potrebbero rimanere in relazioni abusive come forma di autopunizione, credendo di meritare la sofferenza. Questo ciclo di autosabotaggio perpetua il loro senso di inutilità, rendendo difficile liberarsi dall’abuso.

  • Mancanza di autocompassione

   Le vittime con bassa autostima spesso mancano di autocompassione, rimproverandosi per i loro difetti percepiti. Questa autocritica rafforza la convinzione di meritare l’abuso, erodendo ulteriormente la loro autostima. L’assenza di autocompassione rende difficile difendere il proprio benessere e cercare aiuto.

9 – Mancanza di servizi di supporto

L’accesso limitato a servizi di supporto come rifugi, consulenza, assistenza legale o terapia può ostacolare la capacità di una persona di uscire da una relazione violenta. Senza risorse adeguate, le vittime potrebbero sentire di non avere nessun posto a cui rivolgersi per chiedere aiuto.

  • Accesso limitato alla consulenza e alla terapia

La consulenza e la terapia sono fondamentali per le vittime di abusi, poiché forniscono loro gli strumenti necessari per guarire emotivamente e psicologicamente. Tuttavia, l’accesso limitato a servizi di consulenza specializzati e convenienti può impedire alle vittime di affrontare il trauma che hanno subito. L’assenza di supporto terapeutico prolunga la loro sofferenza, rendendo difficile superare le cicatrici emotive dell’abuso.

  • Scarsa assistenza legale e patrocinio

Le vittime spesso necessitano di assistenza legale per affrontare questioni complesse come ordini restrittivi, battaglie per la custodia dei figli o procedimenti di divorzio. Tuttavia, la scarsità di assistenza legale e di servizi di patrocinio lascia molte vittime senza le risorse necessarie per proteggere se stesse e i propri figli. Questa mancanza di sostegno può dissuadere le persone dal ricorrere alle vie legali, lasciandole vulnerabili a continui abusi.

  • Opzioni di rifugio e alloggio insufficienti

Un alloggio sicuro e protetto è fondamentale per le persone che fuggono da relazioni violente. Opzioni di rifugio insufficienti, soprattutto quelle adattate alle esigenze specifiche dei sopravvissuti agli abusi, costringono le vittime a rimanere con i loro aggressori per pura disperazione. La mancanza di rifugi accessibili e di alloggi a prezzi accessibili perpetua la loro vulnerabilità, ostacolando la loro fuga dall’ambiente violento.

  • Assistenza finanziaria inadeguata

La stabilità economica è fondamentale per i sopravvissuti che mirano a ricostruire la propria vita in modo indipendente. Tuttavia, i programmi di assistenza finanziaria e le opportunità di lavoro limitati lasciano le vittime finanziariamente dipendenti dai loro aggressori. La mancanza di risorse finanziarie li confina in una relazione violenta, poiché non sono in grado di sostenere se stessi e le persone a loro carico senza assistenza esterna.

  • Carenza di gruppi di supporto e risorse comunitarie

I gruppi di supporto forniscono un senso di comunità, comprensione e convalida per i sopravvissuti agli abusi. Tuttavia, la scarsità di tali gruppi, soprattutto nelle aree rurali o sottoservite, lascia le vittime senza una rete di sostegno. L’assenza di risorse comunitarie aggrava ulteriormente il loro isolamento, rendendo difficile trovare conforto e responsabilizzazione.

  • Barriere culturali e linguistiche

Le differenze culturali e linguistiche possono fungere da barriere significative per le vittime che cercano servizi di supporto. La disponibilità limitata di servizi in lingue specifiche o adattati alle norme culturali può alienare i sopravvissuti, rendendoli riluttanti a chiedere aiuto. Lo stigma culturale e la mancanza di risorse culturalmente sensibili aggravano il loro isolamento, impedendo loro di accedere all’assistenza di cui hanno disperatamente bisogno.

10 – Educazione e consapevolezza insufficienti

La mancanza di educazione e consapevolezza sulle dinamiche dell’abuso può impedire alle vittime di riconoscere la loro situazione come abusiva.

Campagne di sensibilizzazione pubbliche insufficienti nelle scuole, nei luoghi di lavoro e nelle comunità perpetuano miti e idee sbagliate sulla violenza domestica. Questa mancanza di comprensione lascia le vittime inconsapevoli delle risorse disponibili e incerte su come cercare aiuto.

Conclusione

Come abbiamo visto insieme vi sono diverse ragioni per cui le persone rimangono in relazioni malsane o violente. Queste ragioni sono profondamente radicate in fattori psicologici, emotivi, sociali ed economici.

È difficile superare queste sfide.

Servono sistemi di supporto completi.

Serve consapevolezza, sia da parte delle vittime che della società.

Serve l’educazione e sforzi sociali per dare potere alle vittime di interrompere il ciclo degli abusi.

Promuovendo una cultura di auto-accettazione e auto-compassione, le società possono consentire agli individui di riconoscere il proprio valore intrinseco, consentendo loro di sfuggire a relazioni violente e di abbracciare vite definite dall’amore, dal rispetto e dalla realizzazione.

Ovviamente noi, i sopravvissuti, dobbiamo fare la nostra parte.

Dobbiamo innanzitutto fare un lavoro immenso di introspezione per comprendere cosa fa di noi una preda facile per gli abusanti.

Dobbiamo lavorare per superare il trauma subito in seguito alla violenza psicologica, che spesso sfocia in sindrome da stress post-traumatico (PTSD) o sindrome da stress post-traumatico complesso (CPTSD).

Dobbiamo guarire e condividere la nostra esperienza con gli altri in modo da diffondere la consapevolezza e sensibilizzare le persone in merito all’abuso psicologico e ai pericoli che ne derivano.

Ti ringrazio per aver letto questo articolo fino alla fine e ti lascio con questo messaggio:

non giudicarti

e non lasciare che il giudizio degli altri ostacoli la tua chiarezza mentale e il tuo potere decisionale.

Spero con tutto il cuore che questo post ti sia stato utile. Aiutami a diffondere la consapevolezza condividendolo con i tuoi amici e lasciandomi un commento qui sotto. Grazie!

Risorse:

“In Sheep’s Clothing: Understanding and Dealing with Manipulative People” di George K. Simon

“The Verbally Abusive Relationship, Expanded Third Edition: How to recognize it and how to respond” di Patricia Evans

STAY/LEAVE DECISION-MAKING IN NON-VIOLENT AND VIOLENT DATING RELATIONSHIPS, Jennifer E. Copp, Peggy C. Giordano, Monica A. Longmore, and Wendy D. Manning

Conceptualising the separation from an abusive partner as a multifactorial, non-linear, dynamic process: A parallel with Newton’s laws of motion, Daniela Di Basilio, Fanny Guglielmucci, and Maria Livanou



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